Ricordo che scrissi il terzo capitolo del mio periodo canadese in piedi sul bus mentre andavo al lavoro. Non avevo foglietti quindi usai l’app degli appunti dell’iphone. E presa dalla foga di raccontare quello che era appena successo lo pubblicai subito, senza neanche rileggerlo. I risultati furono una tonnellata di refusi e l’ingresso nel libro nero di alcuni animalisti che mi inondarono la mail di insulti (“troia specista” il più frequente) per i successivi 3 mesi.
C’era una volta una Stronza in Canadà #3 – Tre orgasmi sottochiave