Month: gennaio 2017

C’era una volta una Stronza in Canadà #12 – Sogni

Prendo coscienza dopo un lungo sogno fatto di ricordi e immagini di una delle peggiori serate della mia vita.
Sono avvolta dall’oscurità.
Dove mi trovo?
Cerco di alzarmi, provo a muovermi ma il mio corpo non risponde. Più precisamente, il mio corpo non c’è più, è sparito. O forse c’è ancora, da qualche parte, ma non riesco a percepirlo.
Sono… morta?
Ma no Alex, non si muore per un taglietto del cazzo.
Capisco di essere in quella specie di dormiveglia in cui (altro…)

Medusa

– Sì?
– Ehm, buongiorno… sono Marco, posso entrare?
– Era ora. Sei il ragazzo del take away cinese, vero? Ho una fame…
– No, sono un cliente. La ragazza all’ingresso mi ha detto di salire al terzo piano e di bussare qui.
– Quale ragazza all’ingresso?
– Quella alta due metri, con le meches bionde.
– Ah, Ettore.
– Ettore?
– Il travestito più richiesto del quartiere, nonché cantante soul eccezionale. Si esibisce quasi tutte le sere (altro…)

Idioti avvisati…

Vista la cospicua presenza di individui che pensano che una scrittrice di racconti erotici sia per forza una ninfomane a cui ci si può rivolgere come fosse la puttana di strada a cui danno soldi tutte le sere, e dato che non mi va di perdere tempo in discussioni con sconosciuti, mi vedo costretta a mettere la “quarantena” ai commenti e a rinnovare l’invito a passare di QUI prima di contattarmi privatamente.

Cercate di capirmi, già mi manca la pazienza con le persone care, figuratevi quella che posso avere con voi.

Alessandra

C’era una volta una Stronza in Canadà #11 – Alejandra nell’abisso

Uno strano ronzio mi risuona in testa come uno sciame di mosche che mi vola intorno. Nell’oscurità in cui sono piombata ho ancora l’immagine dell’acqua che si tinge di rosso. Frammenti di ricordi che si accavallano confusi come in un sogno. Coraline che piange arrabbiata mentre mi urla addosso qualcosa a proposito della serata. Qualcosa che riguarda qualcuno che devo aver offeso.
Mi girano in testa queste parole “Io non ce la faccio più”. Ecco, quel qualcuno era un suo amico. Greg… o Craig, non ricordo. Un suo vecchio compagno di scuola che è venuto a trovarla dalla Nuova Zelanda. Durante il cenone di capodanno aveva provato ad attaccare bottone e io l’avevo umiliato davanti a tutti trattandolo come un morto di figa e alludendo pure al fatto che fosse (altro…)