Month: settembre 2016

Frammenti dal Diario di una Stronza #3 Disco Night(mare)

Pubblicherò di tanto in tanto in questa sezione chiamata Frammenti alcuni episodi dal mio Diario di una Stronza, antecedenti agli episodi di C’era una volta una Stronza in Canadà e pubblicati un anno fa.

In coda per entrare al [XXXXX] io e Giorgia ci aggiustiamo i capelli spettinati dalla pioggia. Siamo qui per la festa di Susy, una nostra amica di cui in realtà ci importa poco ma a quanto pare ha prenotato dei tavoli nella zona V.I.P. e questa è un’occasione che non possiamo lasciarci scappare.
Giorgia ha un vestito corto nero, sandali con tacco neri, smalto nero, rossetto viola e capelli che alla fine ha deciso di raccogliere lasciando libero qualche ciuffo davanti. Se non la conosceste potreste scambiarla per una dai gusti vagamente goth.
I miei capelli invece stanno bene anche un po’ spettinati e quindi ho deciso di non perdere altro tempo a sistemarli, ho delle scarpe con tacco rosse di vernice e un vestito rosso assolutamente proibitivo a meno che non siate anche voi delle bionde di un metro e ottanta con il viso di Nastassja Kinski e 151 di QI.

Osservo la fiumana di persone in coda, molti hanno la faccia di gente che non ha passato le selezioni di un reality show e dico che è affascinante l’energia, il tempo e i soldi che spendono per tutto questo nonostante quello che li aspetta. (altro…)

Uccidete la Tigre Bianca – 5 – Hell’s Kitchen

All’angolo tra una rosticceria cinese e un parco di divertimenti abbandonato due sexy diavolesse luminose si strusciano provocanti formando la K all’interno della grande insegna “Hell’s Kitchen”.
L’imponente edificio dal sapore anglosassone era stato in origine un albergo di lusso per ricconi dal gusto kitsch, fallito non appena il quartiere sprofondò nel degrado diventando territorio di spacciatori di hyperspeed e mignotte tailandesi con o senza uccello.

All’interno si possono ancora ammirare quadri rinascimentali posticci, lampadari grotteschi, rifiniture in ottone arrugginito e tappeti rossi ormai consumati dal tempo e dai passi di centinaia e centinaia di mariti fedifraghi. (altro…)

Uccidete la Tigre Bianca – 4 – Babyfake

La scoperta su come intervenire sul DNA era iniziata intorno al 2016 per una cura contro il cancro. Si pensava che fornendo all’organismo le istruzioni su come combattere la malattia, anziché bombardandolo con farmaci, questo sarebbe riuscito a sconfiggerla da solo.
Sembrava la svolta del millennio ma in realtà, dopo i primi risultati che avevano fatto ben sperare, la terapia non fu efficace poiché le cellule cancerose riuscivano in qualche modo a riadattarsi.
Tutto ritornò come prima fino a quando nel 2060 una ditta di Shangai che fino ad allora aveva fatto solo lozioni antirughe e, sotto un altro nome, creme per pistolini troppo veloci acquistò quel che rimaneva del progetto e dieci anni dopo presentò al mondo (altro…)

Frammenti dal Diario di una Stronza #1 – Microcazzi

Pubblicherò di tanto in tanto in questa sezione chiamata Frammenti alcuni episodi dal mio Diario di una Stronza, antecedenti agli episodi di C’era una volta una Stronza in Canadà e pubblicati un anno fa.

Venerdì pomeriggio sono con Sara a prendere un aperitivo in un noto locale di XXXX, un posto generalmente frequentato da vip, alta società e trenta-quarantenni che semplicemente vorrebbero sentirsi parte di qualcosa di importante. Ambiente moderno ma raffinato, baristi che sembrano usciti da una sfilata e dj abbronzato che mette musica che non ascolta nessuno.
Sara è una nostra ex compagna di scuola con la quale io e Giorgia formavamo un trio inossidabile e che ora vive a Londra. Per via di una qualche parentela nobile ha ereditato, oltre ad un sacco di soldi, dei modi un po’ da contessa (soprannome che le è rimasto fino ad oggi) se non fosse che è di gran lunga la più ninfomane tra tutte le mie amiche. Fin dai tempi del liceo, infatti, una delle sue più grandi fissazioni era quella di riuscire a capire le dimensioni degli attributi maschili da (altro…)

C’era una volta una Stronza in Canadà #5 – Segreti

– Oh no, è mancata di nuovo la luce!
Sdraiata sul letto con gli occhi chiusi e la mente ancora annebbiata dallo champagne sento Coraline lamentarsi dal bagno.
Nell’oscurità il suono dei suoi passi scalzi si fa sempre più vicino
– Ehi, ma stai già dormendo? – mi tocca una gamba per capire se sono viva
– Mmmh no no… sono sveglia… – rispondo con una voce che sembra dire tutto il contrario.

Questa sera siamo state alla cena per l’addio al nubilato di Zoey, una sua amica che lavora nel cinema. Abbastanza simpatica se non fosse che appartiene alla categorie delle bruttine acidine, cioè quelle che si autoconvincono che le ragazze più carine di loro sono automaticamente meno intelligenti. Come se ci fosse in natura una sorta di bilanciamento (fatevene una ragione: ci sono anche le persone belle e intelligenti, e quelle brutte e stupide).
Il locale era uno di quelli del tipo “nondevopensareaquantohospesopernonsentirmimale”, ma almeno, devo ammettere, era davvero splendido. Ultimo piano del palazzo di una nota catena di alberghi di lusso nel centro di Vancouver, ambiente stiloso con luci soffuse e vista mozzafiato sulla città.
– Te l’avevo detto di non ingozzarti di aragosta – mi rimprovera
– Burp – le sbuffo in faccia un rutto soffocato di alcool e crostacei

Come una mamma premurosa Cory mi sfila gli stivali, mi spoglia e mi mette a letto. Poi, a tentoni nel buio, va a prendere un bicchiere d’acqua per la notte, si toglie i vestiti e mi raggiunge tra le coperte.
– Uffa, volevo andare avanti con Murakami stasera… – si lamenta mentre mi abbraccia – Alex io non ho sonno, che facciamo?
– Mmmh… e cosa possiamo fare senza luce?
Coraline resta un po’ in silenzio e poi si illumina
– Raccontami un segreto.
– Un segreto?
– Sì dai!
– Ma che segreto?
– Non lo so, qualcosa… qualcosa che non hai mai raccontato a nessuno. (altro…)

C’era una volta una Stronza in Canadà #4 – Cinque piccoli feticisti

Sul treno per tornare a Vancouver sto attraversando la suggestiva campagna canadese e cosa cavolo mi è saltato in mente stamattina di mettermi dei sandali aperti col tacco!
Sì perché se sei una ragazza e stai indossando delle Allstar, degli stivali, dei Dr.Marteens, anche delle eleganti scarpe di vernice col tacco, solitamente non succede niente.
Ma appena sfoderi dei sandali, delle infradito o in generale qualsiasi tipo di scarpa che mostri un po’ delle tue estremità… ecco saltare fuori puntuale il feticista che accompagnerà il tuo viaggio con gli occhi puntati sui tuoi piedi.

Dal momento che la parola d’ordine è “non farsi beccare” è bellissimo vedere all’opera l’ingegno maschile nel trovare (altro…)

C’era una volta una Stronza in Canadà #3 – Tre orgasmi sottochiave

– Quindi si disconnette solo dopo le dieci o anche durante il pomeriggio?
Il giovane tecnico con la faccia mesta di un Matt Damon appena tradito dalla moglie sta armeggiando col modem cercando di capire per quale motivo la mia connessione internet, da un paio di giorni, ha deciso di mettersi a fare schifo.
– Sì anche durante il pomeriggio… – rispondo tornando dalla cucina con uno yogurt, – …ma specialmente la sera.
Il ragazzo mi guarda con aria confusa, come se il suo cervello avesse sempre un lag di qualche secondo prima di riuscire ad elaborare quello che gli dico. Probabilmente è la stanchezza, avrà lavorato tutta la giornata. O forse è che l’unica cosa che indosso è una maglietta larga che arriva appena a coprirmi gli slip così che (altro…)

C’era una volta una Stronza in Canadà #2 – Lucy (con Alex e Coraline) in the Sky with Diamonds

Il tema della serata è “Luxury & Life: il Lusso nel quotidiano”.
Sono stata invitata tramite l’agenzia di moda per cui lavoro e fa parte di quegli eventi per giovani milionari col cervello fuso e VIP in declino in cerca di visibilità: inutili ma nello stesso tempo imperdibili per conoscere personaggi grotteschi, mangiare caviale e bere champagne a sbaffo.

All’interno del gigantesco padiglione nell’area eventi di Vancouver sono state allestite tre sezioni distinte, una per la sfilata, una per il buffet e una di esposizione di oggetti importantissimi come il collare per chihuahua tempestato di swarovski da 10.000 dollari o il cesso rosa da 30.000$, opera del designer svizzero più in voga del momento.
In mezzo a tutto questo io e Cory stiamo girando divertite come fossimo all’interno di un luna park mentre questo museo degli orrori viene reso ancor più grottesco dagli effetti dell’LSD.
Sì perché una delle più grandi abilità di Coraline, come un sommelier che riesce ad abbinare il giusto vino al giusto piatto, è quella di saper trovare la droga giusta per ogni situazione, per ogni preciso momento della serata.
Alle 18:00 abbiamo fumato erba sul balcone per rilassarci
Alle 19:00 abbiamo tirato qualche riga per caricarci prima di uscire
Alle 20:00 abbiamo bevuto un paio di drink per prendere confidenza con l’ambiente e alle 21:00 Cory ha tirato fuori, come un sacro Graal, due cartoncini di acido tanto difficili da trovare in questo periodo.
Solo che il trip avrebbe dovuto terminare un’oretta fa mentre ora è quasi mezzanotte e il maledetto figlio di puttana non accenna a scendere.

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C’era una volta una Stronza in Canadà #1 – Dimmi che ho un brutto culo

Un vibratore bianco in perfetto stile Apple con cavo usb per essere collegato al telefono e vibrare a tempo di musica.

Tre bottiglie di finto-sperma di marca coreana, riscaldabile al microonde, per le amanti dell’auto-bukkake.

Un DVD incomprensibile di importazione con in copertina delle ragazze giapponesi intervistate che piangono.

Svariati butt-plug dotati di code colorate dal marrone realistico al fucsia, a seconda che vogliate sentirvi una puledra o un MyLittlePony in calore.

– Wow – penso osservando la variopinta vetrina di un sexy shop (altro…)

Uccidete la Tigre Bianca – 3 – Cassandra

Il sole sta iniziando a calare sui palazzi di New Rome e le strade del quartiere a luci rosse iniziano ad accendersi mentre cammino verso il mini market per cercare qualcosa da mettere nel frigo.
Un incontro truccato, penso. Alla fine si trattava solo di questo?
Rhonda sembrava sincera, e cazzate di solito non ne racconta… almeno, non a me. Eppure era stranamente agitata, pur considerando quanto la turbi dover fare questi giochetti.
Continuano a tornarmi in testa le sue parole: “…io divento amica di chi so io…”. Chi saranno queste persone? Dove sta cercando di infilarsi? Voglio dire, tra i risparmi di quando era famosa, il giro degli incontri, qualche diritto d’autore che le arriva ogni natale per Xmas with Rhonda (che passano ancora in tutti i centri commerciali) e lo spaccio di cazzi bionici vari non credo che il denaro le manchi davvero. E dato che per lei è l’unica cosa che conta…

Penso tutto questo mentre sono ferma con lo sguardo perso dentro una vetrina con le offerte della settimana di un negozio cinese di elettrodomestici.
Mi riprendo dai miei pensieri e noto improvvisamente qualcosa nel riflesso: (altro…)