Quanto calda può diventare una tenda in un pomeriggio d’agosto in Toscana?
– Voi siete matte a voler stare qui dentro… – ansimo facendomi aria con un volantino del posto.
Campeggio di Talamone, 14:20. Tre ragazze in costume che giocano a carte durante la loro prima vacanza da sole. Volti sudati, capelli bagnati, avanzi di sabbia nei piedi, lattine di birra e salsedine ovunque.
– Full house! – Giorgia butta giù due jack seguiti da un asso, un cinque e un tre di denari
– Quello non è un full… – le spiega Ramona per la quarta volta – …è una coppia di jack e basta.
– Ma come? – ribatte cocciuta – Le altre tre sono entrambe dello stesso segno!
Ramona si volta rassegnata (altro…)
life
Maionese
– Ho voglia di ammazzare qualcuno.
Non ricordo a chi delle due sia venuto in mente, se a me o a Ramada, sta di fatto che dal momento che abbiamo ancora due giorni liberi prima di tornare a Trieste, stiamo passeggiando per le strade di Santa Margherita, in quel posto esclusivo per ricchi stronzi chiamato Liguria. Durante il pomeriggio siamo state a Portofino, abbiamo fatto una passeggiata sul molo e dopo aver trovato uno yacht incustodito, una scintillante imbarcazione dai vetri oscurati stile mission impossibile dal nome “Prestige”, ci è bastato guardaci un attimo per capire che dovevamo assolutamente provare ad imboscarci. Abbiamo scroccato champagne dal frigo, rubato vestiti di Prada e scopato sul letto ovale dalle lenzuola di seta mentre una famiglia brianzola con bambini nazisti ci guardava sorridente dalla foto sul comodino. Verso le 18:43 stiamo (altro…)
Acne
Un’altra poesia scema. Scritta qualche mese fa, al computer, durante una notte senza fine.

Rehab in pillole #12: Bijou
Mi ricordo una volta in cui mi sono fatta un dito al cinema, durante un film. Era quello di larry clarke coi ragazzi stile generazione X che menano/scopano/sidrogano. Non ricordo quale di preciso, forse il terzo, sono tutti uguali. Ad ogni modo si trattava di una rassegna promossa da un qualche ente per la cultura, ero lì con alcuni compagni di classe e durante una scena in cui lo sbarbatello stronzo si sbatteva (altro…)
Rehab in pillole #11: Coraline
Dottore io non lo so cosa sono i sogni. Questa mattina mi sono svegliata che ero totalmente confusa e con gli occhi pieni di lacrime. Stavo facendo un sogno di quelli lunghi, profondi e disordinati, dove parti di me si mescolano a parti sconosciute. Non ricordo l’inizio ma alla fine ero in un parco con Coraline. Un posto familiare ma estraneo nello stesso tempo e noi stavamo discutendo, litigando. Lei seduta su una panchina ed io in piedi a camminarle intorno. Era come se ci fossimo già lasciate ma in quel momento forse eravamo ancora insieme, uno dei nostri ultimi giorni. Ricordo che ero arrabbiata, la attaccavo, e lei per difendersi, per ribattere, mi rispondeva con qualcosa di giusto ma che non c’entrava assolutamente niente. E’ una cosa che faceva spesso e io non lo sopportavo. Oggi sui social lo fanno tutti. Il modo in cui discutono gli idioti. Mi vergogno molto ma (altro…)
Rehab in pillole #10: Dita medie
Quando arrivai a Trieste dagli zii avevo 12 anni. Non mi dispiaceva aver lasciato Buenos Aires, ero già stanca di quella città e l’Italia all’epoca mi appariva molto più sofisticata e seducente rispetto alla mia madre patria. Cosa c’entra questo con l’autoerotismo? Vede Dottore già in Argentina, durante il primo anno di medie, i maschietti avevano iniziato a rivelare la loro intraprendenza, ma solitamente era tutto incentrato su sbirciatine e palpatine più o meno furtive.
A Trieste invece, i miei nuovi compagni italiani sembravano piuttosto interessati a qualcos’altro. Qualcosa di estremamente specifico. Durante la seconda ora del primo giorno di scuola, mentre la prof di storia stava raccontando di un qualche re babilonese una pallina di carta lanciata dalle mie spalle finì sul mio banco. Dentro, su un foglio di carta a quadretti c’era una sorta di benvenuto da parte dei maschietti della classe. Un messaggio scritto a matita che, senza troppi giri di parole, chiedeva: “Ti fai i ditalini?” con sotto due caselle da barrare, “Sì” oppure “No”.
Ricordo che mi voltai verso (altro…)
Rehab in pillole #9: Sashimi
…poi giovedì ero a pranzo ad un sushi bar, stavo mangiando sashimi di salmone e ad ogni boccone sospiravo goduta osservando un gruppo di animalisti che stava protestando fuori sul marciapiede. Quando sono uscita un tipo con le occhiaie mi ha presa per un braccio: “Lo sai che se continui a mangiare animali ci porti alla fine del mondo? All’estinzione (altro…)
Rehab in pillole #8: Ancora Ocasio
…e poi una volta arrivata a Trieste mi sono subito resa conto che – Sì dottore adesso poso il telefono. No non stavo messaggiando, stavo solo riguardando un video. Il confronto tra la Ocasio e Zuckerberg in parlamento, quello sulla questione Cambridge Analityca, se la ricorda? Lo scandalo dei dati degli utenti venduti ai movimenti di destra per propaganda elettorale. In pratica lei lo incalza chiedendogli come facesse a non sapere e lui farfuglia, temporeggia, non sa che rispondere. L’ha mai visto quel filmato? C’è su youtube. La cosa interessante (altro…)
Rehab in pillole #7: Demoni
Sì dottore il giorno in cui ho compiuto 18 anni me lo ricordo bene. Una sera di novembre, durante la quarta liceo, sto uscendo da un locale del centro di Trieste insieme al mio nuovo ragazzo. Si chiama David, ha la mia età ed è quel tipo un po’ bello un po’ strano un po’ femminile di cui ero solita invaghirmi in quegli anni. Abbiamo passato la serata a commentare le coppiette sfigate al bancone, a bere mojito e infilarci le mani nei vestiti di nascosto sotto il tavolino. I suoi sono via per il weekend e questo significa che ci aspetta un fine serata a casa sua a scopare in ogni stanza.
Al ritorno stiamo percorrendo una vicolo deserto quando mi chiede di fermarci un attimo al distributore per prendere i preservativi che li abbiamo finiti. Decido di accendermi una sigaretta e noto un gruppo (altro…)
Rehab in pillole #6: Cluedo
Questa mattina durante la visita dell’infermiera pensavo a Cluedo. Il gioco da tavolo, se lo ricorda dottore? Lo avevano regalato a Marga, la mia migliore amica delle elementari, quando vivevo a Buenos Aires, e ci andavo a giocare tutte le domeniche. Spegnevamo le luci, tiravamo le tende e accendevamo le candele per creare atmosfera. A volte si univa anche suo fratello Pablo, altre veniva Flaminia, una nostra compagna ricca, ma il più delle volte (altro…)