Caramelle #4: Miele

Quanto calda può diventare una tenda in un pomeriggio d’agosto in Toscana?
– Voi siete matte a voler stare qui dentro… – ansimo facendomi aria con un volantino del posto.
Campeggio di Talamone, 14:20. Tre ragazze in costume che giocano a carte durante la loro prima vacanza da sole. Volti sudati, capelli bagnati, avanzi di sabbia nei piedi, lattine di birra e salsedine ovunque.
– Full house! – Giorgia butta giù due jack seguiti da un asso, un cinque e un tre di denari
– Quello non è un full… – le spiega Ramona per la quarta volta – …è una coppia di jack e basta.
– Ma come? – ribatte cocciuta – Le altre tre sono entrambe dello stesso segno!
Ramona si volta rassegnata verso di me – Alex, tu che cos’hai?
Finisco la birra e butto giù soddisfatta un dignitosissimo tris di regine.
Ramona mi guarda con occhi di sfida, fa un ghigno e poi tira giù un poker di re.
– Non ci credo… – osservo svilita. La stronza si asciuga la fronte fischiettando vittoria.
La regola è: chi vince la mano deve dare una penitenza a chi ha fatto peggio.
– Dio, sto grondando… – sbuffo mentre mi tocco la schiena bagnata
Ramona si passa una mano sul collo – Anch’io sono marcia.
Giorgia fa un rutto – Io sono ubriaca.
La vincitrice si illumina – Ok ci sono – puntando il dito sulla nostra perdente intenta ad esaminarsi la piccola pozza di sudore che le trabocca dall’ombelico. Ramona richiama attenzione e le spiega la sua penitenza – Devi avvicinarti ad Alex… –  pausa per creare suspense – …alzarle un braccio e leccarle un’ascella. Come fosse un gelato.
Giorgia inorridisce ma poi si avvicina. Io deglutisco. Ramona sorride. Silenzi. Tensione. Imbarazzo. E poi le sue mani che mi spostano il gomito e la sua lingua che mi passa sulla pelle bagnata. Sulla parte più intima e vergognosamente zozza del mio braccio sinistro. Brividi lungo la schiena. Sospiri ingoiati. Una scarica elettrica in mezzo alle gambe. Stiamo davvero solo giocando? Giorgia si ritrae ostentando disgusto – Alex che schifo… sei salatissima! – mentre cerca la birra per sciacquarsi la bocca. Risate. Gestacci. Manate. Qualche occhiata un po’ ambigua. Qualche occhiata furtiva. Tutte e tre intente a finger leggerezza e distacco per nascondere che siamo eccitate.
Prossima mano. Giorgia tira giù un jack di denari, un jack di cuori, un cinque di cuori, un sette e un tre di denari.
– Colore! – sbrodolando la birra sul materassino.
– No… – la corregge Ramona – …hai di nuovo una coppia di jack.
– Ma come… – protesta –  …se son tutti rossi!
Ramona scuote la testa – Io ci rinuncio. Alex tu che cos’hai?

Ad un quarto alle quattro siamo distese sui sacchi a pelo cercando di fare un po’ di nanna pomeridiana. Nelle ultime mani Ramona per penitenza ha dovuto infilare la lingua nell’ombelico sudato di Giorgia ed io ho dovuto mettere il naso per 10 secondi nei loro calzini fetenti del giorno prima.
Afa. Silenzio. L’aria ancora carica di sudore, feromoni e inconfessabile tensione sessuale. Ogni tanto dei passi di qualcuno che cerca una tenda. Ogni tanto il canto metallico di una cicala. Cerco di chiudere gli occhi e dormire ma ho le budella che fremono di eccitazione. Dio che voglia di masturbarmi. Potrei fare piano, o usare il cuscino… No, è troppo sgamoso. Ecco, posso andare in piscina, a quest’ora non c’è mai nessuno… Sì, ho deciso, devo farmi un dito o impazzisco. Poi il pensiero va alle mie amiche. Che faccio con loro? Non sento russare. Staranno dormendo? Forse è meglio avvertirle… Raccolgo le forze e quel punto, in un sincronismo perfetto, ci tiriamo su tutte e tre insieme esclamando
– Ragazze, esco un attimo per…

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