Caramelle #6: Latte

– Ci pensate che oggi è l’ultimo giorno? – mi accendo una siga guardando il soffitto un po’ malinconica.
Sdraiate sul grande tappeto al centro della mansarda, intorno ad una montagna di birre calde prese al supermercato, stiamo facendo classifiche di film anni 80 perdendo del tempo che invece dovremmo occupare a studiare.
– No, e non ci voglio pensare. Grazie. – Sara liquida via la questione senza troppi sensi di colpa.
– Già – concorda Ramona – io penso solo che ieri sera stavo per farlo in spiaggia per la prima volta… Maledetti bagnini del cazzo.
A queste parole mi tiro su – Ragazze, ma voi l’avete mai fatto nel mare? Voglio dire, scopato in acqua.
– No, mai – ammette Ramona crucciata mentre si apre una birra
– Io e un mio ex una volta ci abbiamo provato – aggiunge Sara con gli occhi socchiusi – ma l’acqua era troppo fredda e non gli si alzava.
Poi Giorgia posa il telefono e, così, dal nulla, ci spara la perla della serata
– A me piacerebbe farlo nel latte.
Io e Ramona ci voltiamo a guardarci – Nel latte?
– Sì, questa primavera, un pomeriggio che non c’erano i miei, ne ho comprato un carrello, l’ho versato nella vasca e… – confessa un po’ imbarazzata – …ci ho fatto il bagno dentro, nuda.
– Ma come mai proprio il latte? – le domando divertita mentre Ramona si fa più vicina per non perdersi neanche una virgola.
– Non lo so… – ci pensa un po su – …il colore, il gusto, l’odore. Vedermi, sentirmici immersa mi fa sentire nascosta, al sicuro. E mi fa venire voglia.
Gli occhi di Ramona si accendono di curiosità – Hai riempito la vasca di latte per farti un dito??
– In realtà – le confida –  entrare in quel mare bianco e vellutato era così eccitante che appena ho messo la patata dentro sono venuta.
– Tutto questo non è molto vegan, lo sai? – la rimprovero rinfacciandole l’incoerenza verso i suoi propositi animalisti per farla sentire in colpa.
– Sì lo so – ammette alzando le spalle, come a dire “non posso farci niente”.
– Beh ma scusate – interviene Sara dal suo dormiveglia – che altro avrebbe da fare una mucca? Cioè, non è che se la lasci andare si va a prendere una laurea.
A queste parole la birra ci va di traverso a tutte e tre e dobbiamo fare l’impossibile per non morire soffocate. Sara è così, magari fa passare mezz’ora senza dire parola, poi apre la bocca e tira fuori una bomba atomica che ti annichilisce.

Da qualche parte un campanile sta scandendo le otto. A poco a poco crolliamo sul tappeto. I libri di scuola ancora chiusi sul tavolo. I pensieri che vagano tra la fine delle vacanze e i ditalini di Giorgia nella sua vasca piena di latte.
Latte. Bianco. Nuvole. Le meringhe di questa mattina. Il bianchetto per cancellare durante un compito in classe. La sburra del primo ragazzo a cui ho fatto una sega. La patata di Giorgia che annega nel latte. L’ultimo pensiero, poi cado nel sonno.

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