Caramelle #7: Lampone

Passeggiando da sola, in un’afosa notte d’agosto durante la prima delle nostri estati ad Alassio, mi sto allontanando dalle mie amiche giù in spiaggia per un vicoletto che conduce fuori dal borgo. Giorgia voleva a tutti i costi restare a sentire un dj sfigatissimo, Ramona ci teneva a fare baldoria con lei perché aveva dormito tutto il pomeriggio e Sara aveva preferito restarsene in camera. Quindi, nonostante sia sabato sera e manchino pochi giorni alla fine delle vacanze, ho deciso di prendermi un cono alla crema e andare alla scoperta di stradine e quartieri nascosti.

Verso le 23:20, arrivata in fondo ad un vicolo cieco, mi sono fermata a togliermi un sassolino dai sandali quando sento qualcosa. Un sospiro, dei gemiti, un acuto stonato. Alzo la testa e li vedo, sopra di me, nudi sul balcone, al terzo piano di un hotel a due stelle. Lui sembrerebbe il barista del coconut, un bar sulla spiaggia, lei pare una delle sue cameriere, quella alta con lo sguardo da cernia. Lei appoggiata alla ringhiera, lui dietro di lei che la sta scopando con foga tenendole i seni bianchi lasciati dal segno del costume. Il cuore mi balza in gola e rimango paralizzata. Non avevo mai visto due persone scopare. Sento il mio corpo prendere fuoco e il gelato è come se mi si sciogliesse in mano all’istante. Mi rendo conto che, dalla mia posizione, potrebbero vedermi se guardano giù ma nonostante questo non faccio una mossa. Lui accelera i movimenti, le afferra i capelli, le molla schiaffi sul culo. Le mie mani iniziano a sudare di eccitazione. Cazzo, voglio perdere la verginità, penso mentre i gemiti della ragazza si fanno sempre più acuti e sgraziati. Voglio scopare.
Alzo gli occhi alle stelle: dio, gesù, cristo, budda, geova, maometto o come cazzo ti chiami, non ti ho mai chiesto niente ma ora ti prego. Ti chiedo scusa per tutto: per non essere mai andata a messa, per non essermi mai confessata, per aver scritto sul banco “ratzinger frocio nazista”, per le candele rubate in chiesa durante la gita a firenze, per tutte le volte che ho detto “madonna maiala”, per aver guardato un porno con le suore a casa di Giorgia e per aver messo un’aspirina effervescente nell’acqua santa quando eravamo al duomo di Siena per rifare la scena di Al Pacino nel film dove fa il diavolo. Ma adesso fammi perdere la verginità. Fammi scopare prima che ricominci la scuola.
E proprio in quel momento, mentre termino la più ipocrita delle preghiere, il tipo fa un grugnito e, come una risposta dal cielo sparata da un arco divino, un fiotto bianco e caldo si libra dal balcone dell’hotel, sopra i miei occhi. Si estende, si apre, si ricompatta, e poi inizia la sua discesa.
Terzo piano.
Secondo piano.
Primo piano.
Sempre più giù, sempre più giù, fino a… splat. Un centro perfetto. La fronte di una neo liceale in vacanza che, come un’ebete, guarda le stelle con un gelato sciolto in mano. La mia fronte.
I due amanti rientrano in casa, le luci si spengono ed io resto lì, immobile, con il gocciolone di sperma che, lentamente, inizia a colare giù verso il naso.
Poi una mano sul braccio, una voce amica. Ramona.
– Eccoti, ti stavamo cercando …ehi ma che hai sulla faccia?
La guardo impassibile – Mi hanno sborrata.
Lei sgrana gli occhi – Ma… chi? quando? come?
Tiro fuori un fazzolettino – La sborra è del barista del coconut – le spiego mentre mi asciugo – ma la mira credo l’abbia presa lo spirito santo.

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