C’era una volta una Stronza in Canadà #8 – Madonna Mayalah

Infilo la chiave di casa che sono zuppa dalla testa ai piedi. Per qualche motivo, da un paio di giorni, le previsioni del tempo qui a Vancouver hanno iniziato a toppare clamorosamente e così quello che oggi doveva essere un “parzialmente sereno con qualche nuvola” si è rivelato un: “muro d’acqua che neanche ad Haiti”.

Un avvolgente profumo d’incenso si espande nell’aria, la voce di Jim Morrison che canta The End esce dalle casse e questo significa che Coraline è già arrivata.

Entro in bagno e la trovo seduta a fare pipì mentre sta scartando la confezione di un vibratore con l’espressione curiosa ed eccitata di una bambina a Natale.
Mi guardo intorno: la vasca da bagno è quasi piena, fumante di acqua calda, la pioggia batte sui vetri e decine di candele colorate di varie forme e dimensioni illuminano la stanza di una luce calda e tenue.

Ci salutiamo con un sorriso e, senza aspettarla, mi infilo subito nell’acqua con un sospiro. Cory si alza dal water con un sinuoso vibratore rosa a due estremità in una mano e il foglietto delle istruzioni nell’altra
– Qui c’è scritto “totalmente impermeabile”…
Si ferma a guardarmi dubbiosa – …sarà vero? E se fosse pericoloso?
– Pericoloso?
– Sì, metti che c’è un difetto di fabbricazione e finiamo fulminate…
– E come facciamo a finire fulminate?
– Beh, la corrente si espande nell’acqua e…
– Sì, lo so come funziona la corrente – la interrompo – ma quel coso va a pile.
– E allora? Non lo sai che anche nelle pile c’è la corrente? Altrimenti come farebbe a funzionare.
Ecco, quando dice queste cose mi domando cosa cavolo insegnino a scuola in Nuova Zelanda.

Coraline si toglie il reggiseno e mette un piede nella vasca
– L’ho fatta troppo calda?
– Mmmh no… si sta benissimo… – le rispondo beata con gli occhi chiusi.
Si siede, preme un pulsante sul dorso del suo nuovo giocattolo dalla forma serpentina e questo inizia a vibrare nell’acqua con un leggerissimo ronzio.
– Hai visto che siamo ancora vive?
Lei mi guarda soddisfatta, poi si accende uno spinello da una candela e si distende nella vasca di fronte a me.
– Oddio… – la sento sussurrare e immagino abbia iniziato a fare conoscenza col nostro nuovo amico.
– Passalo anche a me – le chiedo mentre lo cerco con la mano sott’acqua.
Mi porge la seconda estremità e ci perdiamo nell’estasi di questo dolce momento di fuga da tutte le nostre preoccupazioni.

Il suono della pioggia fuori dalla finestra si fa sempre più forte. Guardo i miei piedi bagnati appoggiati al bordo accanto al viso di Coraline: alla luce delle candele il rosso dello smalto sembra quasi un altro colore.
– Sai a cosa pensavo? – le domando a bassa voce
– Cosa?
– Che se in questo momento avessi una bacchetta magica, non saprei cos’altro chiedere.
Cory rimane in silenzio mentre con le dita muove il vibratore e mi accarezza fra le gambe
– Non sei d’accordo? – insisto – Se tu potessi esprimere adesso un desiderio, cosa potresti volere?
– Che tipo di desiderio? Posso chiedere qualsiasi cosa?
– Sì.
– Mmmh… – si ferma un po’ a pensare – …vorrei avere il pisello… giusto per qualche ora.
– Eheh – ridacchio con la bocca sott’acqua facendo uscire le bolle. Lei prosegue:
– Sai… i maschi che si fanno le seghe, tutti presi bene con sto affare in mano… ecco, mi sembra di perdermi qualcosa.
Cory impugna il centro del vibratore e lo muove come a cercare di immedesimarsi nella scena facendolo entrare ancora di più dentro di me.
Un gemito mi esce senza preavviso mentre d’istinto le mordo una caviglia.

– E tu invece? Dai non ci credo che se avessi la bacchetta magica non vorresti niente…
– Vorrei… – ci penso un po’ mentre immergo i capelli – …vorrei parlare francese…
– Francese? Ma tu sei nata in Argentina, non lo parli già?
Di nuovo: cosa cavolo insegnano in quel paese?
– In Argentina si parla spagnolo.
– Lo so, pensavo che a scuola però si studiasse anche il francese…
Mi guarda un po’ crucciata come a dire “guarda che non sono ignorante”, poi mi chiede
– Come mai il francese? Lo spagnolo non ti piace?
– Non l’ho mai sentito mio, non mi appartiene… e poi mi ricorda Buenos Aires, la mia infanzia… momenti tristi.
– E l’italiano?
– L’italiano è stupendo… Quando sono arrivata la prima volta a Trieste dai miei zii mi ricordo che mi aveva subito colpito quel modo di parlare. Era simile alla mia lingua ma aveva un suono così nobile, così preciso ed elegante… Mi sono innamorata subito. E poi gli insulti vengono meglio. – concludo sorridendo
– Sì?
– Certo, “son of a bitch” o “hijo de puta” non danno la soddisfazione di un “figlio di troia”. Stessa cosa per le “blasphemies”, voi le chiamate così, no? Ecco, quelle in italiano sono tutta un’altra cosa.
Il volto eccitato di Coraline assume un’espressione interrogativa
– Ad esempio?
– Ad esempio cosa? Vuoi che te ne dica una?
– Sì.
Senza pensarci troppo rispondo
– Madonna maiala.
– “Madonna mayalah”? – cercando goffamente di ripetere il mio italiano
– No, non “mayalah”. Maiala. Madonna maiala. – la correggo divertita.
– “Madonna maialah” – ci riprova con più attenzione – …corretto?
– Meglio.
– E cosa significa?
– Tecnicamente è il femminile di “pig”… e significa che Mother Mary se la spassava un po’.
– Oh – Cory si mette una mano davanti alla bocca col sorriso colpevole di una bambina beccata con le mani nella marmellata, poi prende il piccolo telecomando del vibratore e ne aumenta l’intensità.

Restiamo in silenzio per qualche minuto, le afferro una mano e me porto in mezzo alle gambe per toccarmi con le sue dita mentre il serpente rosa si muove dentro di me.
– Forse… – aggiunge iniziando ad ansimare con gli occhi socchiusi – …potrebbe non essere del tutto falso…
– Cosa? – sento l’orgasmo avvicinarsi
– Non so Mother Mary… ma Mary Magdalene…
La interrompo mettendole un piede davanti alla bocca
Cory capisce che ci sono quasi, inizia a baciarlo e a strofinarsi veloce per venire insieme a me
– Ne avevamo parlato… – continua il discorso mentre mi succhia le dita – …anche a scuola…
Mi prende una mano e se la porta in mezzo al sedere con un’espressione supplicante che significa: ti prego mettimi un dito nel culo.
Le infilo il medio fino in fondo, lei inarca la schiena
– …alla fine è risaputo che… probabilmente fosse… fosse… – Cory lancia un gemito, io la sento venire, chiudo gli occhi, butto la testa all’indietro e raggiungo il mio orgasmo spingendo il bacino in avanti e facendo schizzare l’acqua fuori dalla vasca.

Esauste, siamo sdraiate l’una ai piedi dell’altra cercando di riprendere fiato.
Coraline recupera lo spinello dal pavimento, fa un tiro e finisce la frase:
– …che probabilmente fosse una prostituta.
Sorrido.
Ritiro tutto quello che ho pensato di male sull’educazione neozelandese.

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